mercoledì 7 dicembre 2011

In un giorno di vento

Oggi sono arrivato dal mare. Nuvole scure, piccole onde bianche, le cupole delle chiese illuminate dal sole, un arcobaleno lì verso l'Etna, la Plaia deserta, una nave ancorata in porto.
Quando si arriva dal mare è perchè è giornata di vento, e si balla un po'. Poi le ruote toccano terra e il ragazzo accanto a me, evidente agitazione, occhiali scuri e vestiti alla moda, si rilassa e ringrazia chi non dovrebbe per essere arrivato sano e salvo.
Bentornato a casa!

martedì 20 settembre 2011

Il turista

Ma Non Ho Più La Mia Città by Gerardina Trovato on Grooveshark

Vivi in una città per 27 anni e pensi di conoscerne tutte le mille sfaccettature. Gli angoli più nascosti, gli scorci più belli, le vie più sporche, quelle più caratteristiche, la gente, i ritmi, i colori.
Leggi sulle guide turistiche che la tua città è bella, hai sentito dire che è bella, ma tu non te ne accorgi. Ci sono turisti che passeggiano per le strade del centro storico e scattano decine di foto, mentre tu passeggi e basta. Tu vedi solo il traffico, il caos, i mezzi pubblici che non funzionano, la gente che getta le cartacce per terra, la sporcizia per le strade, i parcheggiatori abusivi, negozianti che non fanno un misero scontrino, muri imbrattati di scritte.

Poi succede che vai via, lasci la tua città; ci torni in vacanza solo ogni tanto. E ogni volta la tua città ti sembra un po' diversa...sempre un po' più bella.

giovedì 16 giugno 2011

Quando riuscivo ancora ad alzare gli occhi al cielo e sognare - Luna Rossa

Al chiaro di luna by Beethoven on Grooveshark

Stasera c'è stata un'eclissi totale di Luna; mi verrebbe quasi da dire, una delle tante. Perchè in effetti le eclissi di Luna sono abbastanza comuni. Ce ne sono almeno due l'anno, e sono visibili da circa metà mondo, o perlomeno quella parte di mezzo mondo in cui il cielo è sereno.
Oggi c'era forse qualcosa di speciale in quest'eclissi: capitata in una splendida sera di inizio estate, in un orario comodo e quindi visibile a tutti quelli che passeggiando per le vie della città (una qualunque) alzavano gli occhi al cielo stando attenti a non macchiarsi la maglietta di gelato alla nocciola.
E io?
Stasera avevo un impegno, niente di speciale, una partitella a calcetto tra amici. E così, io l'ho mancata. Mentre ingurgitavo a fine partita una bottiglietta d'acqua mi sono accorto: la Luna rossastra con uno spicchio bianco, segno che la fase di totalità era praticamente conclusa.
Ci sono quasi rimasto male, quello spettacolo della Natura lì sulla mia testa...e io che correvo dietro a una palla.
E allora ho ripensato a quando ero un po' più piccolo, quando era da poco nata in me quella bellissima passione per l'astronomia che mi ha accompagnato poi per tanti anni. Quando per un'occasione del genere, che poteva essere un'eclissi di luna o un'occultazione stellare o il transito di Io su Giove, tutto intorno a me passava in secondo piano, e rimanevo ore e ore col naso all'insù, a sognare. Perchè cos'altro si può fare sotto un cielo stellato?

martedì 24 maggio 2011

La resa

Uno dei miei motti quando sono in viaggio è "Paese che vai, cibo che trovi".
Perchè il cibo caratterizza un luogo molto più di una chiesa, di un monumento o di un luogo. E così in Francia sotto con i formaggi puzzolenti, in Scozia per forza aringa affumicata a colazione, in Spagna churrascos imbevuti di olio nella cioccolata calda, in Portogallo baccalà in tutte le forme.
E che rabbia vedere all'estero i ristoranti italiani pieni di italiani!

Da quattro giorni sono a Monaco per una conferenza; e così negli ultimi giorni ho mangiato l'equivalente di carne che mangio in 2 mesi, e bevuto tanta birra quanto un italiano medio beve in un paio di settimane.
Wurstel, cotolette, costolette di maiale, crauti, knodel imbevuti di burro, patate fritte, insalate condite con salsine piene di maionese.

E così stasera ho ceduto.
Ristorantino italiano sotto l'hotel; camerieri italiani gentilissimi in mezzo a gente bionda che parla una lingua insopportabile, antipastino di verdure grigliate, scarpetta, spaghetti con pomodoro olive e capperi, quartino di Nero d'Avola.

Mi sento rinato, il sangue che ricomincia a farsi strada tra grumi di colesterolo, i reni che ringraziano per l'astinenza da birra, quella sensazione di sazietà leggera che solo un piattone di pasta ti regala.

Gute nacht!

lunedì 16 maggio 2011

Gli auguri in ritardo valgono ancora?

Oggi mi è improvvisamente venuto in mente che due mesi fa avevo cominciato a scrivere un post sul 150° anniversario dell'Unità d'Italia. Fortunatamente "Blogger" conserva tutto e così posso ripartire da dove l'avevo lasciato.

Oggi è il 17 marzo 2011, compleanno della nostra giovane Italia che compie 150 anni.
Fino a qualche mese fa la cosa mi avrebbe lasciato indifferente; probabilmente avrei pensato soltanto al giorno di vacanza guadagnato in una primavera avara di altre occasioni festive. Fino a qualche mese fa per me Italia era solo quando giocava la nazionale di calcio e cantavamo l'inno tutti insieme; ma dopo la partita di nuovo tutti contro tutti.
Tutti contro tutti perchè io sono meglio di te, perchè io lavoro e tu rubi, perchè tu rubi e io non trovo lavoro, perchè io pago le tasse ma ho il binario unico, perchè tu non paghi le tasse ma vuoi i servizi efficienti. Perchè forse fu davvero un errore costringerci a questa convivenza forzata; costretti a considerare un'unica cosa le dune desertiche delle spiagge vicino Gela e i ghiacciai intorno a Livigno, la Magna Graecia della Calabria Ionica e i Celti dell'Italia settentrionale.

E invece mi sbagliavo, mi sbagliavo per ignoranza...anzi per mancanza di conoscenza. Adesso so che l'Italia è una, e so di essere italiano tra gli italiani. Ci sono un milione di ragioni diverse che me l'hanno fatto capire, ma non ho il tempo di elencarne nemmeno una.

E allora semplicemente...auguri Italia, da un italiano.

sabato 19 febbraio 2011

Idoli - You still rock me

Idoli dal momento in cui il mio compagno di classe G. mi regalò la musicassetta del loro "Greatest Hits 2", in quel lontano giugno del 1996.
Idoli da quando comprai, all'aeroporto di Dublino, la musicassetta del loro "Greatest Hits"; era agosto del 1996.
Idoli da quando S. me li fece conoscere a poco a poco negli anni del liceo; copiandomi cassette su cassette, facendomi conoscere il loro lato migliore (c'hanno solo quello), facendomene innamorare.
Idoli da quando mia madre mi regalò il cofanetto con i 3 Greatest Hits.
Idoli da quando ho cominciato (e poi completato) la collezione dei loro cd.
Idoli da quando ho comprato il loro primo 45 giri su Ebay.
Idoli da quando ho visto il dvd del loro mitico concerto a Wembley del luglio 1986.
Idoli da quando ho letto la loro autobiografia.
Idoli da quando ho visto la metà di loro a Modena, in quella magnifica sera di fine maggio del 2003.
Idoli da quando ho visto la metà di loro a Roma, in quella serata indimenticabile di inizio maggio del 2005.
Idoli ogni volta che ascolto la loro musica.

Idoli ancora di più da ieri sera,

mercoledì 16 febbraio 2011

Buono studio! (Ma a che serve un centro commerciale a Pavia?)

Sabato, tarda mattinata; io e Lei passeggiamo per le strade del centro di Pavia. Passiamo da Piazza della Vittoria, dove ci sono 3 piccoli stand: uno grande grande del PD, uno meno grande dell'IDV (niente par condicio sabato mattina a Pavia), e uno piccolo piccolo senza insegne partitiche, anzi proprio senza nessuna insegna.
Naturalmente ci avviciniamo verso lo stand apartitico, e leggiamo che si tratta di una raccolta di firme contro l'apertura di un centro commerciale a Borgarello, un piccolo comune di 1600 anime a 5 km dal centro di Pavia. Mi metto in fila perchè voglio firmare con convinzione, per diversi motivi.

(apro lunga parentesi)

1) Nei dintorni di Pavia ci sono già alcuni centri commerciali, ben distribuiti (1 a nord, 1 a sud, e mezzo vicino al centro storico); sono piccoli, ma direi ben proporzionati per una cittadina di 70mila abitanti con un hinterland non particolarmente popoloso.
2) Pavia è una città piccola in cui non esiste il problema del traffico e del parcheggio; se vuoi passare un sabato pomeriggio di shopping in 10 minuti (facciamo 20 se sei proprio sfigato) trovi tranquillamente parcheggio. Anche se il parcheggio l'hai trovato nell'estrema lontana periferia, aggiungi 10 minuti di camminata e sei arrivato in centro. E se proprio sei pigro incurabile aspetti un autobus e in 10 minuti arrivi in centro.
3) A Pavia esistono 3 strade in cui si concentrano tutte le attività commerciali, racchiuse in pochissimo spazio; a voler essere proprio pigri, e a fermarsi a guardare ogni vetrina, e includendo pure una pausa caffè + fetta di torta Vigoni, in mezzora hai comprato di tutto, dai calzini al libro allo scopettino per il water.
4) A Catania (dove abbiamo un enorme centro commerciale per ogni uscita della tangenziale), sappiamo bene che spostare masse di persone dal centro cittadino nei centri commerciali fuori città vuol dire svuotare il centro storico, lasciandolo in balia degli zzauddi e dei mammoriani (non saprei come tradurre se non con giovani delinquentelli) e costringendo molti piccoli commercianti a chiudere.
5) Nonostante sia contrario all'idea in sè del centro commerciale, per anni ho frequentato quello vicino casa mia. Quindi il male del centro commerciale colpisce anche chi se ne professa immune! (anche se a mia parziale discolpa direi che il punto 2 non vale assolutamente per Catania).

(chiudo lunga parentesi)

Ci mettiamo in fila, arriva il nostro turno, chiedo alla simpatica signora bionda dello stand se possiamo firmare anche se non abbiamo la residenza in provincia di Pavia; firmo, poi firma anche Lei. Salutiamo cordialmente la signora bionda che ci guarda, ci sorride, ci saluta e ci augura "Buono Studio". Gentile pensiero rivolto da un'adulta a 2 tra i tanti giovani che vivono Pavia, città universitaria.
Le sorridiamo e mi sento felice perchè vuol dire che io e Lei sembriamo proprio più giovani di quello che siamo; ma mentre mi allontano sorrido un po' meno, e sorrido amaro. Penso che forse il nostro aspetto giovanile c'entra poco; e poi mi viene in mente che sono passati 5 anni dall'ultima volta che io e Lei abbiamo studiato nel modo in cui intendeva la signora. Forse agli occhi della signora di mezza età io e Lei, 11 anni di Università (5 io e 6 Lei, hihihi), 2 pezzi di carta, 6 anni di specializzazioni varie, 2 pezzi di carta post-laurea, 2 lavori precari, 1000 km di distanza, 2 cassetti sempre più piccoli con tanti bei sogni dentro che stanno sempre più stretti, siamo soltanto una coppia di studenti.

Io e Lei ci guardiamo...capiamo che stiamo per vivere un momento telepatico...e lo esclamiamo contemporaneamente: "Signora, 'nto culu a ttia; con rispetto parlando".
(Ah, ma quanto sono stati belli gli anni in cui passavamo quasi tutti i week-end in Calabria, vero M.?)

giovedì 10 febbraio 2011

Sulla carta è per sempre (la foto)

Una delle invenzioni più rivoluzionarie degli ultimi anni per quanto mi riguarda è la fotocamera digitale. Oggettini con i quali è possibile scattare centinaia e centinaia di foto, senza l'assillo del rullino che finisce, che è necessario stampare, e che soprattutto costa. Ah, ma quanto spendevo in sviluppo di rullini fino al 2005 non lo so nemmeno io!
Oggi fare una foto costa poco...click, e la foto rimane lì, impressa in sequenza di 0 e 1 in una minuscola scheda di memoria; e quanti 0 e 1 (ovvero quante foto) ci stanno in questa scheda.

E così via a sperimentare, a provare, a fare click sempre e comunque, tanto è aggratis. E se la foto è venuta male via con un altro click. Click dopo click senza nemmeno sapere il perchè.

Ma ci sono alcune cose che ho perso da quando, dal 2005, non uso più la mia vecchia Pentax K1000 analogica. Ho perso il piacere dell'attesa; quei giorni in cui aspettavo di andare a ritirare le foto dal fotografo per vedere se quella lunga esposizione del cielo stellato mi era venuta bene o mossa, o se il tramonto mi era venuto sovraesposto, o se ero riuscito a beccare quel fulmine, o se ero venuto con gli occhi chiusi nelle foto del mio compleanno. E poi ho perso il piacere della carta; quella sensazione incredibile di tenere la foto in mano, di avvicinarla e scrutarla in ogni minimo dettaglio, in ogni particolare, il piacere di inclinarla, rovesciarla, avvicinarla, allontanarla, odorarla.

Domenica ho ordinato delle stampe di 30 fotografie digitali tramite un negozio online (proprio 30 perchè era il numero di stampe omaggio che il negozio mi ha regalato in cambio dell'iscrizione), e stasera le ho trovate nella cassetta della posta. Un pacchettino giallo con dentro 30 foto 11x15 appena stampate. Sono entrato a casa, mi sono seduto sulla poltrona e ho aperto il pacchetto. Ho preso le foto in mano e ho cominciato a sfogliarle, una per una. Gli amici, io, io a mare con gli amici, io e Lei, i paesaggi, luoghi familiari, il Liotru, me a Parigi, la Pescheria di Catania, il Naviglio di Pavia...foto viste e riviste e viste ancora sullo schermo di un computer.
Ma nonostante questo, incredibilmente, ho ritrovato quella sensazione perduta. Ho ritrovato quel piacere di tenere in mano un pezzo di carta lucida con un'immagine stampata sopra; mi sono stupito del fatto che una foto stampata diventa molto più bella.

Sarà per il fascino della carta, o sarà perchè non ci sono più abituato?

Ma che importa, intanto me le sfoglio e me le guardo. E comincio a ordinare qualche altra stampa.

martedì 8 febbraio 2011

Sincerità e Intraprendenza (settimana della cultura - 2° parte)

Mercoledì sera sono andato al teatro Fraschini di Pavia, a guardare l'opera in prosa "Donna Rosita nubile" di Garcia Lorca; chi mi conosce sa che non amo molto il teatro, ma avevo comunque 3 buoni motivi per andare:
1) vedere il teatro Fraschini, visto che ormai sono un fan di Pavia e di tutto quello che vi sta dentro;
2) passare una serata diversa in compagnia dei miei colleghi, confidando in un divertente post-teatro;
3) capire se la pessima impressione che mi ero fatto dell'opera leggendo la trama trovava conferma.

Alle 23, dopo 2 ore di spettacolo, usciamo dal teatro e ci fermiamo davanti all'ingresso per qualche minuto a chiacchierare; in quel momento si avvicina al nostro gruppetto una ragazza vestita in modo abbastanza elegante. Da qui in poi la chiamerò M per brevità.
M mi tuppulìa sulla spalla dicendomi: "Scusa, ti posso disturbare un momento?"
Io mi giro e dico (da qui in avanti io mi chiamerò R per brevità): "Certo, dimmi pure"

domenica 6 febbraio 2011

Vecchio e Noioso! (settimana della cultura - 1° parte)

Domenica scorsa di buon mattino ero a Milano con il mio amico P. per vedere Inter-Palermo, anzi più che altro per vedere lo stadio di San Siro che si dice sia il più bello d'Italia.
Visto che la partita cominciava alle 15 e avevamo quindi un'intera mattinata libera da spendere in città, abbiamo deciso di andare a visitare un museo; e dopo varie ricerche sul web (ci sono tanti musei a Milano!) ho proposto a P. di andare al "Museo della Scienza e della Tecnica", scelta forse banale per un amante della scienza e della tecnologia. Però mi ricordo bene la bellissima esperienza della visita all'analogo museo di Monaco di Baviera (il Deutsches Museum) che mi aveva lasciato davvero senza parole, ed ero convinto che sarei rimasto positivamente impressionato anche da quello di Milano. D'altronde l'Italia è ancora un Paese all'avanguardia in fatto di scienza e tecnologia!
Forse dovevo fidarmi di più di P. che avendolo già visitato ha cercato di dissuadermi durante tutto il tragitto in macchina da Pavia a Milano.

Arrivati al museo ecco la prima nota positiva: l'ingresso è di 10 €, ma esiste un biglietto ridotto per gli under 25 di 7 €. Non è che io abbia meno di 25 anni, ma mi fa sempre piacere quando vedo delle agevolazioni per i giovani; non è una cosa banale

domenica 30 gennaio 2011

Nevica

Esco da un pub dopo aver visto un pessimo Catania-Milan (0-2 per la cronaca) e trovo una cosa che mi fa immediatamente tornare un sorriso vero...la neve!
Sono passati quasi 2 mesi dall'ultima nevicata qui a Pavia e quasi avevo dimenticato quant'era bello. Il silenzio e la leggiadria di questi fiocchetti bianchi che lentamente scendono dal cielo e imbiancano tutto.
E' stato bellissimo pedalare e riempirsi gli occhiali di pallini bianchi, e adesso è bellissimo stare a casa e vederla scendere giù con un bicchiere di acqua calda in mano (io ho strane abitudini).
Le macchine cominciano a imbiancarsi, e tra un po' si imbiancheranno gli alberi, e poi le strade, e poi tutto il resto.
Domani mattina mi attende una giornata a Milàn, dove forse non nevicherà affatto...e allora sono praticamente costretto a svegliarmi ancora una volta all'alba di domenica per godermi un pò di Pavia sotto la neve.

lunedì 24 gennaio 2011

L'eccezione che conferma la regola

Io mi alzo tardi la mattina, e vado a letto tardi la sera.
Ho un risveglio molto lento, sono intrattabile fino a quando non ho preso il caffè, e generalmente rimango di cattivo umore fino a ora di pranzo; invece di pomeriggio sono molto più attivo e dinamico e la sera non ho mai voglia di andare a dormire prima dell'una di notte.

Questo mio modo di vivere la giornata, spostato molto in avanti rispetto alla media, dipende essenzialmente dal mio lavoro da fisico sperimentale all'università. Non avendo un orario di uscita, non riesco mai a tornare a casa prima delle 8 di sera. Istintivamente verrebbe da pensare che, proprio non avendo obblighi di orario da tenere, potrei tornare a casa molto prima...ma chi non è un fisico sperimentale difficilmente può capire.
Quando sei in laboratorio e stai facendo una misura...e viene in mente un'altra misura...e poi sei curioso di vedere un altro campione...e poi un altro ancora per vedere se l'idea che ti sta venendo in mente è plausibile o meno...e poi ti viene in mente quella prova che volevi fare qualche mese prima. Insomma, si fa sera e uno nemmeno se ne rende conto.

Vabbè, sto divagando di brutto.

domenica 23 gennaio 2011

Old-style saturday

Lo scorso weekend ero stato obbligato dalla tristezza del clima pavese a emigrare per mezza giornata nelle montagne dell'Oltrepò; questo fine-settimana invece le giornate sono state splendide, soleggiate e calde (di giorno).
E così questi due giorni mi hanno fatto venire in mente i weekend di giugno e luglio, i primi che ho vissuto qui a Pavia; il sabato estivo prevedeva una lavatrice di mattina in modo da approfittare del sole per asciugare tutto in fretta, e una gitarella in bicicletta il pomeriggio. Proprio le passeggiate in bicicletta sono state lo strumento più importante per conoscere la città ed esplorare i suoi dintorni.

Ieri pomeriggio quindi sono uscito con Arancina (la mia bici si chiama così),

sabato 22 gennaio 2011

Un anonimo sabato di 5 anni fa...

Il 14 gennaio 2006 era un sabato. Un sabato di 5 anni e una settimana fa. Cosa ho fatto quel giorno? Di certo non è una data memorabile, di quelle che si ricordano per tutta la vita. E poi è passato tanto tanto tempo. Ma posso sicuramente sforzarmi per provare a ricostruire qualcosa del mio 14 gennaio 2006.

Probabilmente durante la mattina ho studiato, perchè 16 giorni dopo avrei avuto gli esami scritti per il concorso di dottorato all'Università di Catania.
Durante una pausa tra un esercizio di meccanica quantistica e una ripassata alle tecniche di deposizione dei materiali ho quasi certamente sistemato il contenuto di qualche scatolone, visto che avevo cambiato casa da meno di un mese, trasferendomi dalla periferia di Catania a Valverde, un paesello in provincia poco distante.
Dopo una mattinata di studio avrò avuto sicuramente fame (io sono un mangione), e a casa mia il sabato si mangiava quasi sempre pesce. E' quindi plausibile che mi sia calato un piatto di farfalle con zucchine e gamberetti, o con panna e salmone, o degli spaghetti al sugo di cernia, o al nero di seppie, seguito poi da una fetta di pesce spada arrostito, o da una ricciola al forno, o da un piatto di calamari ripieni.
Sazio e soddisfatto, non avrò certamente rinunciato al mio riposino del sabato pomeriggio...magari un'oretta di sonno per riprendere a studiare a mente serena.

martedì 18 gennaio 2011

Nebbia in Val Padana (dall'alto)

Interrompo momentaneamente la serie di post "vulcanologici", per tornare un attimo alla meteorologia. Come avevo scritto qualche post fa, la cosa che mi aveva stupito di più di questo mio primo inverno padano era stata l'assenza quasi totale della nebbia. Tra l'altro per quanto mi raccontavano gli amici pavesi, erano da diversi anni che la vera nebbia, "il nebiùn", latitava; e ovviamente, siccome la statistica non è un opinione, ecco che la nebbia è arrivata!

In realtà la nebbia è un fenomeno meteorologico molto affascinante, perchè crea un silenzio surreale tutto intorno, e si ha la sensazione di essere sospesi nel nulla, di essere quasi invisibili.
Ma vi assicuro che dopo sette giorni consecutivi di nebbia al suolo, per 24 ore al giorno, anche questo fenomeno meteorologico comincia a diventare un pò noioso e ripetitivo. Soprattutto per un siciliano è dura sopportare tutto questo grigiume.

sabato 15 gennaio 2011

Eruzione globale sociale

Come avevo scritto nel post precedente, mercoledì scorso ho passato la serata a seguire "in diretta" sul mio portatile lo svolgersi dell'attività eruttiva dell'Etna. Forse a qualcuno potrà sembrare un modo noioso di passare una serata, ma per un grande amante dell'Etna, un'eruzione come quella di mercoledì sera diventa un evento memorabile.
Purtroppo, trovandomi a Pavia, Internet è stato il mio filo diretto tra me e l'eruzione; anche se in realtà non si è trattato di un filo...ma piuttosto di una corda bella robusta.

Innanzitutto ho potuto seguire visivamente tutte le fasi dell'eruzione attraverso una decina di webcams posizionate in punti diversi, e a distanza diversa dal teatro eruttivo, in modo da avere una visione realmente a 360°.

Show

Nelle ultime settimane l'Etna aveva dato alcuni timidi segni di risveglio con una modesta emissione di cenere e gas incandescenti dal "pit crater", una voragine formatasi negli ultimi anni sul fianco orientale del cratere di Sud-Est, e parzialmente anche dal cratere di Nord-Est. Io stesso mi ero sorpreso di vedere quel familiare bagliore rossastro in cima la notte del 2 gennaio, dopo mesi di inattività.

In ogni caso questi timidi segni di ripresa non lasciavano presagire quello che sarebbe successo la sera di mercoledì 12 gennaio, quando si è verificato un episodio parossistico molto violento, e inevitabilmente spettacolare. L'aumento del tremore vulcanico che avevo notato osservando i segnali sismici nel sito dell'INGV, e di cui avevo scritto nel post precedente, era il segno inequivocabile dell'inizio di questo episodio parossistico.

mercoledì 12 gennaio 2011

Occhio non vede, cuore non duole - La magia di una linea che sale

Domanda da un milione di dollari. Cosa rappresentano queste due immagini? E domanda da un milione e un dollaro. Cosa si prova a guardarle?

Tecnicamente (e aridamente), quello più in alto è il tracciato sismico in tempo reale (in realtà aggiornato ogni 5 minuti) di un sismografo posto sul versante meridionale dell'Etna, a 1800 metri di quota. Quello in basso è invece l'andamento del tremore vulcanico nell'ultima settimana, ricavato proprio dai sismografi posizionati sull'Etna.

sabato 8 gennaio 2011

Back to...

Dopo 16 giorni eri qui ad aspettarmi...con il tuo cielo grigio, la pioggerellina che a stento bagna gli occhiali, la foschia che rende tutto confuso lì in lontananza, i terreni intrisi di acqua e gli alberi spogli. Al supermercato le stesse cassiere, nella vetrina del panificio gli stessi biscotti.
Sei identica a come ti avevo lasciata.

Naviglio Pavese

venerdì 7 gennaio 2011

Tour(ista) a Parigi

Una sera mi trovavo a Parigi, in quel bruttissimo posto che è il Trocadero; a me non piacciono per niente quei due palazzoni semicircolari che sembrano un pò moderni e un pò antichi e quella piazza tutta buia piena di bancarelle di tutti i tipi. L'unica cosa bella del Trocadero, l'unica che mi aveva spinto ad andarci, era naturalmente la bellissima visuale che si ha della Tour Eiffel, specialmente di sera.
Arrivato al Trocadero, tiro fuori la mia macchinetta fotografica...sarà banale, sarà stravista, ma anch'io voglio la foto della Tour Eiffel in notturna. Non avendo un treppiede, nemmeno uno piccolino portatile, cerco qualche ripiano dove appoggiare la fotocamera, ma ahimè, qualunque superficie piana è occupata dal sedere di qualche turista (turista come me d'altronde, quindi che mi lamento a fare) o dal telo ricoperto di borsette e cinture di un venditore ambulante. Per non parlare del muro umano appollaiato sul belvedere che chiude la piazza del Trocadero e da cui si gode della vista migliore. Finalmente un sederone si alza da uno dei gradoni della piazza e subito mi fiondo a occupare lo spazio appena liberato; appoggio la fotocamera, sistemo l'altezza utilizzando le mappe della città come supporto, e provo a scattare. Orrore! Davanti a me decine di persone mi impediscono una bella visuale della torre coprendomi tutta la parte inferiore.
Allora ci rinuncio.
"Chissenefrega, la foto in notturna della Tour Eiffel me la scarico da Internet, e anche molto più bella di quella che avrei potuto fare io. Però maledetti turisti che passate ore e ore fermi nella stessa posizione a chiacchierare impedendo a un vostro simile di fare una misera foto della Tour Eiffel, questa è per voi. La foto l'ho fatta a voi, e per giunta senza nemmeno chiedervi di fare cheeeeeeeeese."


Tours de Paris

Iddu (ovvero l'isola che non c'è in realtà esiste)

Quanto sono lunghi 5 km? Forse la distanza da casa al luogo di lavoro, o forse la lunghezza di un viale di una grande città, o magari la distanza tra due svincoli in tangenziale. Nella vita di tutti i giorni 5 km sembrano davvero pochi, inezie.

Eppure in mezzo al Tirreno c'è un luogo, un fazzoletto di terra, un puntino nelle carte geografiche (o per essere moderni in Google Maps), un'isoletta, che in soli 5 km x 5 km racchiude un mondo meraviglioso, un universo di bellezza e semplicità, un concentrato di Natura.
Naturalmente l'unico modo per raggiungere questo paradiso è via mare; da qualunque lato vi avviciniate questa isola vi apparirà come un triangolo perfetto, generalmente sormontato da uno sbuffetto di fumo biancastro.
Man mano che la distanza si riduce il triangolo diventa sempre meno perfetto e si arricchisce di dettagli: profondi canaloni scavati nei ripidi fianchi, coste scoscese, creste aguzze. E qualche puntino bianco a segnalare la presenza di case, di esseri umani.

mercoledì 5 gennaio 2011

C'è nebbia!

Non c'è niente di più banale nell'intavolare con uno sconosciuto una discussione sul tempo meteorologico (ah, come riempire il silenzio in ascensore o in fila alle poste), forse perchè la meteorologia è la scienza dove più abbondano i luoghi comuni. Uno dei più classici, quello che il meridionale usa come simpatico sfottò, quello che anch'io mi sono lasciato scappare tante volte, è senza dubbio:
"In Pianura Padana c'è sempre la nebbia".
Ebbene, in questi mesi autunnali vissuti nella Pianura, non ho mai visto una nebbia come si deve, di quella che ho visto tante volte dalla finestra della mia stanza a Valverde...Catania...Sicilia...Nord Africa. Di quella che rendeva bellissime le domeniche pomeriggio davanti ad una tazza di thè fumante, nascondendo tutto e tutti.

Almeno cambiamolo in "In Pianura Padana spesso c'è nebbia, ma io sono così sfortunato che ancora non l'ho mai beccata la domenica pomeriggio!"

Aerei relativi

"Benvenuti al..." è l'incipit di una frase che ho sentito diverse volte nel 2010, e che sentirò tante altre volte anche nel 2011. Dove? Sull'aereo. Quando? Quando sta ancora rullando sulla pista dopo l'atterraggio.
La gentile voce di un(')assistente di volo annuncia l'arrivo nell'aeroporto di destinazione, nel mio caso CTA o LIN, aggiungendo qualche vaga informazione sulla temperatura esterna, e completando l'annuncio di rito con la frase "per un sereno rientro o per un felice soggiorno".
Mi piace tanto questa ultima frase perchè ultimamente per me valgono entrambi, qualunque sia la tratta che ho appena fatto, generalmente CTA-LIN o LIN-CTA; mentre mi alzo dal sedile sono felice al pensiero di essere arrivato a casa e che allo stesso tempo farò un piacevole soggiorno.
Il bello dell'essere un emigrante-pendolare del terzo millennio è il poter godere pienamente delle parole "Benvenuti al...".