martedì 8 febbraio 2011

Sincerità e Intraprendenza (settimana della cultura - 2° parte)

Mercoledì sera sono andato al teatro Fraschini di Pavia, a guardare l'opera in prosa "Donna Rosita nubile" di Garcia Lorca; chi mi conosce sa che non amo molto il teatro, ma avevo comunque 3 buoni motivi per andare:
1) vedere il teatro Fraschini, visto che ormai sono un fan di Pavia e di tutto quello che vi sta dentro;
2) passare una serata diversa in compagnia dei miei colleghi, confidando in un divertente post-teatro;
3) capire se la pessima impressione che mi ero fatto dell'opera leggendo la trama trovava conferma.

Alle 23, dopo 2 ore di spettacolo, usciamo dal teatro e ci fermiamo davanti all'ingresso per qualche minuto a chiacchierare; in quel momento si avvicina al nostro gruppetto una ragazza vestita in modo abbastanza elegante. Da qui in poi la chiamerò M per brevità.
M mi tuppulìa sulla spalla dicendomi: "Scusa, ti posso disturbare un momento?"
Io mi giro e dico (da qui in avanti io mi chiamerò R per brevità): "Certo, dimmi pure"

M mi riconosce e dice: "Ah ciao, ma sei tu, cosa ci fai qui?"
(M è la mia istruttrice di pallavolo, quindi ci conosciamo)
R: "Io sono stato a teatro, e tu cosa ci fai qui?"
(scambio di battute apparentemente banali visto che ci trovavamo davanti all'ingresso di un teatro)
M: "Anch'io sono stata a teatro; a proposito, non è che posso farti qualche domanda sullo spettacolo che hai visto?"
(in questo momento comincio a sospettare, ed esibisco la mia migliore faccia stupita/stupida)
M: "Io lavoro per una radio locale e intervisto il pubblico"
(la mia faccia passa da stupita/stupida a terrorizzata)
R: "Ah, ma io non ne capisco molto di teatro; dai M, per favore, non saprei cosa dire"
M: "Dai, non ti preoccupare, dimmi solo cosa ne pensi di quello che hai visto"
(mi giro verso il crocchio di amici miei che nel frattempo se la ride di gusto, tutti a godere del mio enorme imbarazzo)
R: "Ragazzi, non è che qualcuno di voi preferisce parlare al posto mio?"
C (C indica il coro dei miei amici dietro di me): "No no R, parla tu che sai parlare bene"
(detto con tono di grandissima presa in giro)
R: "E va bene M, intervistami pure"
(M tira fuori un registratore digitale dalla borsetta, me lo piazza davanti e lo accende; da questo momento in poi una lucetta rossa mi lampeggia davanti la faccia)
M: "Allora R, cosa ne pensi dello spettacolo che hai appena visto?"
(da qui in avanti le mie parole vengono REGISTRATE)

R: "Ehm, allora, cioè, io non è che ne capisco molto di teatro. Quindi non so se riesco a trovare le parole giuste per parlare dello spettacolo. Ecco, io l'ho trovato...eh, non so se posso essere frainteso perchè non sono un grande esperto di teatro. Quindi, stavo dicendo, ecco, cioè, ehm...io l'ho trovato un po'...NOIOSO!"
(M mi guarda con un'espressione tra il disgustato e il divertito, allora cerco di recuperare)
R: "No, forse noioso non è la parola giusta. Forse avrei voluto dire, ecco, non so, cioè...PESANTE!"
(l'espressione di M vira nettamente sul divertito, la mia sull'imbarazzato, mentre C ridono alla grande dietro di me)
R: "Si, però le tre attrici protagoniste sono state bravissime, un'ottima interpretazione"


(M spegne il registratore per pietà)
R: "Te l'avevo detto che non capivo niente di teatro e che non volevo parlare"
M: "Si, ma almeno tu hai parlato...non come C che invece non hanno avuto il coraggio di dire niente"
R (notevolmente risollevato dalla frase carina, ma assolutamente di circostanza): "Si, hai ragione"
M: "Bene R, grazie per la disponibilità; ci vediamo domani"
(l'indomani avevo la lezione di pallavolo, e vi ricordo qui che M è la mia istruttrice di pallavolo).

Non ho avuto il coraggio di sentire questa sera la trasmissione radiofonica in cui avrebbero dovuto trasmettere la mia intervista (l'emittente era Radio Ticino Pavia) per evitare di suicidarmi per la vergogna. E sono abbastanza sicuro che non sia possibile riascoltarla in streaming; per cui è inutile che vi affannate a cercare il podcast, fidatevi solo della mia trascrizione.

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