giovedì 10 febbraio 2011

Sulla carta è per sempre (la foto)

Una delle invenzioni più rivoluzionarie degli ultimi anni per quanto mi riguarda è la fotocamera digitale. Oggettini con i quali è possibile scattare centinaia e centinaia di foto, senza l'assillo del rullino che finisce, che è necessario stampare, e che soprattutto costa. Ah, ma quanto spendevo in sviluppo di rullini fino al 2005 non lo so nemmeno io!
Oggi fare una foto costa poco...click, e la foto rimane lì, impressa in sequenza di 0 e 1 in una minuscola scheda di memoria; e quanti 0 e 1 (ovvero quante foto) ci stanno in questa scheda.

E così via a sperimentare, a provare, a fare click sempre e comunque, tanto è aggratis. E se la foto è venuta male via con un altro click. Click dopo click senza nemmeno sapere il perchè.

Ma ci sono alcune cose che ho perso da quando, dal 2005, non uso più la mia vecchia Pentax K1000 analogica. Ho perso il piacere dell'attesa; quei giorni in cui aspettavo di andare a ritirare le foto dal fotografo per vedere se quella lunga esposizione del cielo stellato mi era venuta bene o mossa, o se il tramonto mi era venuto sovraesposto, o se ero riuscito a beccare quel fulmine, o se ero venuto con gli occhi chiusi nelle foto del mio compleanno. E poi ho perso il piacere della carta; quella sensazione incredibile di tenere la foto in mano, di avvicinarla e scrutarla in ogni minimo dettaglio, in ogni particolare, il piacere di inclinarla, rovesciarla, avvicinarla, allontanarla, odorarla.

Domenica ho ordinato delle stampe di 30 fotografie digitali tramite un negozio online (proprio 30 perchè era il numero di stampe omaggio che il negozio mi ha regalato in cambio dell'iscrizione), e stasera le ho trovate nella cassetta della posta. Un pacchettino giallo con dentro 30 foto 11x15 appena stampate. Sono entrato a casa, mi sono seduto sulla poltrona e ho aperto il pacchetto. Ho preso le foto in mano e ho cominciato a sfogliarle, una per una. Gli amici, io, io a mare con gli amici, io e Lei, i paesaggi, luoghi familiari, il Liotru, me a Parigi, la Pescheria di Catania, il Naviglio di Pavia...foto viste e riviste e viste ancora sullo schermo di un computer.
Ma nonostante questo, incredibilmente, ho ritrovato quella sensazione perduta. Ho ritrovato quel piacere di tenere in mano un pezzo di carta lucida con un'immagine stampata sopra; mi sono stupito del fatto che una foto stampata diventa molto più bella.

Sarà per il fascino della carta, o sarà perchè non ci sono più abituato?

Ma che importa, intanto me le sfoglio e me le guardo. E comincio a ordinare qualche altra stampa.

2 commenti:

  1. Se ti affascina la sensazione perduta di tenere in mano la carta e ti manca l'adrenalina dell'attesa...perchè non provi a scrivere le tue riflessioni su fogli di carta con una bella stilo? Noi aspetteremo l'arrivo della bottiglia seduti sul molo del porto di Riposto... ;)

    RispondiElimina
  2. Se mi conoscessi sapresti che non so nemmeno come si impugna una stilo, e quindi rischierei di combinare solo un pasticcio di inchiostro.

    E poi non so se affidando una bottiglia alle tumultuose correnti del Ticino (che poi confluisce nel Po, che poi sfocia nell'Adriatico, che poi confina con lo Ionio) questa prima o poi riuscirà a raggiungere Riposto.

    Nel dubbio io continuo a scrivere bit su bit con la mia tastiera.

    RispondiElimina