lunedì 24 gennaio 2011

L'eccezione che conferma la regola

Io mi alzo tardi la mattina, e vado a letto tardi la sera.
Ho un risveglio molto lento, sono intrattabile fino a quando non ho preso il caffè, e generalmente rimango di cattivo umore fino a ora di pranzo; invece di pomeriggio sono molto più attivo e dinamico e la sera non ho mai voglia di andare a dormire prima dell'una di notte.

Questo mio modo di vivere la giornata, spostato molto in avanti rispetto alla media, dipende essenzialmente dal mio lavoro da fisico sperimentale all'università. Non avendo un orario di uscita, non riesco mai a tornare a casa prima delle 8 di sera. Istintivamente verrebbe da pensare che, proprio non avendo obblighi di orario da tenere, potrei tornare a casa molto prima...ma chi non è un fisico sperimentale difficilmente può capire.
Quando sei in laboratorio e stai facendo una misura...e viene in mente un'altra misura...e poi sei curioso di vedere un altro campione...e poi un altro ancora per vedere se l'idea che ti sta venendo in mente è plausibile o meno...e poi ti viene in mente quella prova che volevi fare qualche mese prima. Insomma, si fa sera e uno nemmeno se ne rende conto.

Vabbè, sto divagando di brutto.

Per farla in breve, per evitare di lavorare 12 ore al giorno, tendo ad arrivare all'università non prima delle 9.30, e per questo motivo la mia sveglia mattutina suona molto tardi (diciamo alle 8.45). A quell'ora il sole è già alto, la foschia in genere si è diradata (a volte quella col cavolo che si è diradata), la brina si è sciolta, i vicini di casa sono già usciti, e i parcheggi davanti casa sono vuoti.
A volte mi viene in mente che così facendo mi perdo sempre un momento magico della giornata, quello subito dopo l'alba. Così ieri sera ho deciso che per un giorno dovevo fare un'eccezione, e alzarmi prima dell'alba. Ho controllato su internet che il sole a Pavia oggi sorgeva alle 7.51, e così ho puntato la sveglia a un orario per me disumano, le 7.15; disumano a maggior ragione, considerando che oggi era domenica. Ma mi ero imposto di fare questa esperienza, e così stamattina la sveglia è suonata alle 7.15.
Ovviamente è suonata mentre ero nel mezzo dei miei sogni remmici; il mio povero orologio biologico si è incazzato non poco. Ma siccome ero proprio curioso di vivere questa esperienza aurorica, in 10 minuti ero già pronto e vestito per immergermi nella luce dell'aurora e così sono uscito da casa (addirittura senza prendere il caffè).

Mi sono infilato di corsa in macchina per non subire troppo il trauma di passare in pochi minuti dal calore del mio piumone ai -4°C esterni; ho aspettato una decina di minuti che l'aria calda riuscisse a sciogliere lo strato di ghiaccio dal parabrezza, poi sono partito. Sono andato verso le campagne a est di Pavia per godermi l'alba in un ambiente bucolico. E con somma soddisfazione, proprio mentre superavo lo stabilimento del riso Scotti (che più o meno segna il punto più orientale di Pavia), ho visto la maestosa sfera arancione del sole affacciarsi sull'orizzonte.





Ce l'ho fatta, mi sono tolto questo sfizio e ho soddisfatto la mia voglia di alba.
Ma come dice il titolo, quella di stamattina è stata un'eccezione: infatti ora sono le 00.14, e sono ancora qui a scrivere; quindi mi addormenterò tardi anche stasera, domani mi alzerò alle solite 8.45 e il mio orologio biologico incazzato tornerà a tranquillizarsi.

1 commento:

  1. mah..sarò stata soddisfatta la tua voglia di vedere l'alba..ma io rimango dell'idea che è molto meglio cercare periodi più miti per alzarsi all'alba..insomma si può rischiare di fare la fine di SCRAT(commento profano, visto il tenore aulico del sito,sarebeb il personaggino divertenete de l'ERA GLACIALE)...congelato..by eleutheria

    RispondiElimina