sabato 22 gennaio 2011

Un anonimo sabato di 5 anni fa...

Il 14 gennaio 2006 era un sabato. Un sabato di 5 anni e una settimana fa. Cosa ho fatto quel giorno? Di certo non è una data memorabile, di quelle che si ricordano per tutta la vita. E poi è passato tanto tanto tempo. Ma posso sicuramente sforzarmi per provare a ricostruire qualcosa del mio 14 gennaio 2006.

Probabilmente durante la mattina ho studiato, perchè 16 giorni dopo avrei avuto gli esami scritti per il concorso di dottorato all'Università di Catania.
Durante una pausa tra un esercizio di meccanica quantistica e una ripassata alle tecniche di deposizione dei materiali ho quasi certamente sistemato il contenuto di qualche scatolone, visto che avevo cambiato casa da meno di un mese, trasferendomi dalla periferia di Catania a Valverde, un paesello in provincia poco distante.
Dopo una mattinata di studio avrò avuto sicuramente fame (io sono un mangione), e a casa mia il sabato si mangiava quasi sempre pesce. E' quindi plausibile che mi sia calato un piatto di farfalle con zucchine e gamberetti, o con panna e salmone, o degli spaghetti al sugo di cernia, o al nero di seppie, seguito poi da una fetta di pesce spada arrostito, o da una ricciola al forno, o da un piatto di calamari ripieni.
Sazio e soddisfatto, non avrò certamente rinunciato al mio riposino del sabato pomeriggio...magari un'oretta di sonno per riprendere a studiare a mente serena.


Ah, ma quel pomeriggio non ho studiato, questo lo so per certo. Essendo sabato pomeriggio, alle 16 si giocavano le partite di Serie B, e quell'anno il Catania militava in serie B. A maggior ragione quel giorno la partita del Catania la trasmettevano in diretta su RaiSport Satellite: si giocava Brescia-Catania, 2° giornata di ritorno di campionato. Posso sicuramente immaginare la scena di me e mio padre seduti sul divano con una tazzina di caffè in mano mentre guardiamo la partita; non ho difficoltà a ricostruire le imprecazioni e le grida davanti alla tv. Quel pomeriggio andò male...2-0 per il Brescia. Ma chissenefrega, alla fine si trattava di una partita di calcio.
Dopo la partita ho certamente spento la tv e mi sarò dedicato all'organizzazione del mio sabato sera.
Prima di uscire avrò riacceso la tv per sentire le notizie al telegiornale e sicuramente una di queste mi avrà fatto drizzare le orecchie: "durante il pomeriggio la stazione di Parma era stata devastata da un gruppo di persone provenienti da Catania che si stavano dirigendo a Brescia per assistere alla partita di calcio Brescia-Catania". Più o meno la notizia era questa, e se ne trova ancora traccia negli archivi on-line dei quotidiani. Avessi scritto queste righe quel giorno forse mi sarei dilungato di più sull'accaduto. Ma dopo 5 anni rimane soltanto un fatto di cronaca nera, un fatto sicuramente vergognoso per un catanese, ma che si perde nei meandri della memoria, sommerso da fatti ed eventi ben più importanti e ahimè ben peggiori.

Oggi è il 22 gennaio 2011...e sono passati 1833 giorni. A pensarci bene sono tanti.
Io poi ho vinto quel concorso di dottorato per cui stavo studiando il 14 gennaio 2006; dopo 3 anni ho poi finito il mio corso di dottorato; poi sono persino passati altri anni in cui ho continuato a lavorare nel mondo della ricerca. Per quanto riguarda gli scatoloni del trasloco, avrò finito di svuotarli dopo qualche altra settimana; per i 4 anni successivi ho vissuto in quella casa a Valverde, per poi cambiare ancora casa e trasferirmi a Pavia. Nonostante la sconfitta del 14 gennaio 2006 il Catania poi arrivò secondo in quel campionato di serie B, ottenendo una storica promozione in serie A.

E così arriviamo a oggi; io sono qui a Pavia, seduto sulla poltrona con le gambe stiracchiate sul tavolino a scrivere. Domani il Catania gioca la 2° partita di ritorno del campionato di serie A a Parma (sempre la 2° di ritorno, non avevo notato la coincidenza). Parma si trova a un tiro di schioppo da Pavia, non più di un'ora e mezza di macchina, e sono diversi mesi che non vedo una partita allo stadio: ma si, domani vado allo stadio.
Mi alzo tardi, mi preparo un bel caffettino e faccio colazione con calma; magari mi faccio una bella spremuta con le arance che mi sono appena arrivate dalla Sicilia in uno scatolone spedito dai miei; poi approfitto del sole che finalmente ha preso il posto della nebbia e mi sparo un paio di lavatrici. Verso le 12.30 mi metto in macchina e vado a Parma, dove arriverò verso le 14: giusto in tempo per andare a pranzare in qualche trattoria. Di certo non ve lo devo dire io come si mangia bene in Emilia. Dopo pranzo mi faccio una bella passeggiatina al centro di Parma; non ci sono mai andato, e dicono che sia molto bella. Ne approfitterò per fare un paio di foto da turista solitario per le strade semi-deserte del primo pomeriggio; adoro questi momenti di solitudine. Alle 17 mi muoverò verso lo stadio; magari lascio la macchina in qualche parcheggio e prendo un taxi, giusto per non perdermi in una città che non conosco e per non incappare in una ZTL di cui non mi accorgo.
Poi mi godo le 2 ore di stadio; proprio così, mi godo lo stadio, perchè a me non piace tanto il calcio...a me piace tanto lo stadio: quell'atmosfera popolare e gioiosa che si respira, quel momento di aggregazione sociale che nessun altro luogo riesce a creare. Questo è per me il calcio; poi c'è anche una partita, che seguo con ardore e partecipazione per quello che è: una partita di calcio per l'appunto. Lo stesso ardore che metto quando vedo giocare gli amici a calcetto.
La cosa bella è che, comunque finirà la partita, alle 20 uscirò dallo stadio soddisfatto e di ottimo umore; avrò fatto amicizia con altre persone, e avrò imparato qualche parola (e molte parolacce) del dialetto parmense. Un ottimo modo di passare un sabato pomeriggio, non trovate?

E invece pare che il prefetto di Parma abbia una memoria lunga almeno quanto la mia; pare che si sia ricordato anche lui che il 14 gennaio 2006 qualche centinaio di persone con il quale io condivido lo stesso comune di nascita (e non molto di più) abbia devastato la stazione della sua città. Poco male, io non ero in quella stazione, io ero a casa mia a Valverde a mangiare pesce; ma pare che al prefetto di Parma questo interessi poco. Quindi domani arriverò davanti allo stadio e troverò un bel cartello bianco con un cerchio rosso barrato e una Trinacria stilizzata stampata sopra, con scritto: "Io non posso entrare".

Vi aspettate adesso le mie invettive contro il prefetto? O contro uno Stato che non tutela i suoi cittadini onesti e rispettosi della legge? O contro quella che sembra essere una velata forma di razzismo?
Ma vaaaaa, alla fine si tratta solo di una partita di calcio; stiamo parlando semplicemente di calcio. Risparmierò i soldi del biglietto, quelli del diesel, quelli del pedaggio in autostrada, quelli del pranzo in trattoria, quelli del magnetino ricordo della giornata. Vuol dire che allo stadio ci andrò un'altra volta, magari a vedere qualche altra squadra che non sia il Catania, in modo da non essere scambiato per un violento ultrà. Magari a Parma mi capiterà di andarci in futuro, per altri motivi. Il mio sabato pomeriggio sarà una bella passeggiata per le strade di Pavia; e posso affermare con una certa sicurezza che non romperò nessuna vetrina, non userò la cintura dei miei jeans come arma contro i passanti, non incendierò nessun cassonetto.

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